TOULOUSE-LAUTREC SI DISTENDE SUL SUO DIVAN JAPONAIS…

Questa litografia a matita, pennello e spruzzo, dal titolo Divan Japonais, fu creata dal grande Henri de Toulouse-Lautrec nel 1893, in occasione della riapertura di un celebre locale parigino aperto dieci anni prima dal poeta e droghiere Jehan Sarrazin e il cui nome era stato probabilmente tratto da un verso di Mallarmé.

Il Divan Japonais era situato al civico 75 di rue des Martyrs. In realtà nel 1893 fu trasformato in caffè-concerto dall’uomo di lettere, storico e scrittore Édouard Fournier. A Toulouse-Lautrec venne affidato l’incarico di realizzare il manifesto per l’inaugurazione della nuova gestione. L’arredamento interno scelto per questo locale era vagamente orientaleggiante con sete dipinte, lacche e lanterne, oltre alle sedute in bambù. Questo gusto per l’esotismo era conseguenza diretta sia dell’apertura dei commerci con il Giappone nel 1858, sia dello studio delle stampe d’arte giapponesi (Hokusai, Utamaro e Hiroshige erano tra i principali pittori allora più conosciuti) da parte di collezionisti appassionati.

Anche Toulouse-Lautrec nell’esecuzione del manifesto fu influenzato dall’arte giapponese e fu così che, una volta ricevuto l’incarico di realizzare il manifesto pubblicitario, egli scelse una formula compositiva e di coloratura impregnate di giapponismo: il taglio che il maestro conferisce è fotografico, tant’è che la testa della cantante Yvette Guilbert è tagliata fuori. La si riconosce, infatti, solo dai caratteristici guanti neri lunghi che indossava abitualmente e noti ai suoi contemporanei. Al centro del manifesto si staglia la figura femminile elegantemente vestita con abito, cappello e ventaglio neri: si tratta di Jane Avril, soubrette del Café Divan Japonais. La cantante viene ritratta di profilo e collocata in primo piano; la sua sofisticatezza e il suo carattere charmant sono enfatizzati non solo dalla sua mise nera, ma anche dal rosso Tiziano dei capelli e dal vermiglio delle labbra. È appoggiata alla balaustra come una qualsiasi spettatrice, mentre la coppa di champagne davanti a lei è un indizio dello spirito mondano e disinvolto della donna.

Sulla destra di Madame Avril c’è Édouard Dujardin che oltre ad essere il compagno di lei fu anche un importante critico musicale fondatore della rivista Revue Wagnérienne. È abbigliato in modo elegante anche lui: il cilindro ed il bastone da passeggio sono segno di estrema cura nel odo di abbigliarsi; porta la barba lunga e indossa un monocolo. Al di sotto della galleria in cui sono seduti questi due personaggi si intravvede l’orchestra -sulla cui diagonale è costruita la composizione – con i riccioli dei contrabbassi e le braccia levate in aria del direttore.

Il pittore realizzò il manifesto con pochi tratti essenziali e le scelte cromatiche – che virano da tonalità calde del giallo e dell’arancio a quelle più fredde del bruno e del nero – sono poche, mentre le campiture conferiscono al manifesto un’assoluta bidimensionalità, come nelle stampe giapponesi. Utilizzò anche il Crachis che consisteva in una tecnica a spruzzo ottenuta intingendo uno spazzolino nel colore per poi sfregarlo contro un oggetto. Con questa procedura si creavano delle gocce di colore che andavano a depositarsi sulla superficie litografica creando un effetto materico.

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